Cook Robin - 1995 - Epidemia by Cook Robin

Cook Robin - 1995 - Epidemia by Cook Robin

autore:Cook Robin [Cook Robin]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


24

Lunedì 25 marzo 1996, ore 14.30

Jack si incamminò rapidamente verso il General. Dopo la conversazione con Terese aveva bisogno di un po' d'aria fresca. Quella donna aveva la capacità di metterlo in agitazione. Non soltanto lo disorientava emotivamente, ma aveva anche ragione a proposito dei Black Kings. Anche se lui non ci voleva pensare, stava correndo un rischio, sfidando la loro minaccia. Le questioni erano: chi aveva irritato tanto da fargli venire in mente di spedirgli contro una gang? Quella minaccia confermava i suoi sospetti? Purtroppo non aveva modo di saperlo. Come aveva detto a Terese, avrebbe dovuto fare attenzione. Il problema era che non aveva idea nei confronti di chi dovesse stare attento. Presumeva che dovessero essere Kelley, la Zimmerman, Cheveau o Abelard, perché erano quelle le persone che aveva irritato. Il trucco consisteva nel cercare di evitarle tutte quante.

Nello svoltare l'ultimo angolo, gli fu subito evidente che all'ospedale c'era qualcosa di anormale. Sul marciapiede erano disposte parecchie transenne di legno della polizia e all'ingresso principale erano di guardia due poliziotti municipali in uniforme. Jack si fermò a osservarli un momento, dato che sembravano passare più tempo a parlare fra loro che a fare qualsiasi altra cosa.

Non sapendo bene quale ruolo avessero, andò da loro e glielo chiese.

«Dovremmo scoraggiare la gente a entrare in ospedale», gli rispose uno di loro. «C'è stata una specie di epidemia, qua dentro, ma adesso pensano che sia sotto controllo.»

«Più che altro siamo qua per controllare la folla», ammise l'altro. «Prima temevano qualche subbuglio, quando avevano preso in considerazione l'idea di mettere tutto l'ospedale sotto isolamento, ma adesso le cose si sono sistemate.»

«Meno male», commentò Jack e fece per entrare, ma uno dei due poliziotti lo fermò.

«È sicuro di voler entrare?» gli chiese.

«Temo proprio di sì.»

L'agente alzò le spalle e lo lasciò passare.

Nell'attimo stesso in cui mise piede all'interno, Jack si vide davanti una guardia di sicurezza dell'ospedale, che indossava una mascherina chirurgica.

«Mi spiace, ma oggi non sono ammessi visitatori», gli disse.

Lui estrasse il distintivo di medico legale e l'altro si tirò da parte, mormorando: «Scusi, dottore».

Anche se all'esterno la situazione era tranquilla, dentro l'ospedale regnava un certo subbuglio. L'atrio era pieno di gente e la cosa che dava alla scena un tocco surreale era il fatto che tutti indossavano la maschera.

Con il cessare improvviso dei casi di meningococco, circa dodici ore prima, Jack nutriva una ragionevole fiducia nel fatto che la maschera fosse superflua, però pensò lo stesso di mettersela, non tanto per proteggersi, quanto per mimetizzarsi. Domandò alla guardia se poteva farsene dare una e venne indirizzato verso il banco delle informazioni, al momento privo di personale, dove erano disposte varie scatole piene di maschere. Ne prese una e se la mise.

Poi individuò la saletta dove venivano tenuti i camici dei medici. Entrò mentre usciva un medico che faceva parte del personale. Si tolse il bomber e cercò un camice della taglia adatta. Lo trovò, lo indossò e tornò nell'atrio.

La sua meta era l'economato. Sentiva che, se da quella visita poteva apprendere qualcosa, sarebbe stato in quel reparto.



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